LA DIETA EPIGENETICA

I più recenti studi epidemiologici e clinici hanno ormai ampiamente dimostrato l’associazione tra lo stato nutrizionale e lo sviluppo o la progressione delle principali forme di malattie non trasmissibili (NCD – Non Communicable Diseases). Tra queste figurano le malattie metaboliche (ad es. diabete di tipo 2 e obesità), le patologie cardiovascolari e non ultimi vari tipi di cancro.

Due genomi, una sola cellula

Come apprendiamo, spesso nozionisticamente, dai nostri studi universitari, tutte le cellule eucariotiche contengono due genomi spazialmente distinti: un grande genoma nucleare che ospita la stragrande maggioranza dei geni e piccoli genomi mitocondriali, presenti in migliaia di copie in alcuni tipi cellulari.

Questi due genomi hanno in realtà un’intensa comunicazione necessaria a generare una risposta genica coordinata rispetto a vari segnali ambientali.

La comunicazione tra il nucleo e i mitocondri si basa sull’espressione genica che genera un pool di enzimi e di metaboliti che a loro volta condizionano il comportamento cellulare con modificazioni epigenetiche. Dal punto di vista molecolare osserviamo un continuo cross-talk tra mRNA e Proteine (nucleari e mitocondriali).

Anche i metaboliti che derivano dalle reazioni enzimatiche rappresentano un ulteriore livello di comunicazione tramite il processo di feedback all’interno della via biosintetica.

Le modificazioni epigenetiche

Le modifiche epigenetiche, a differenza di quelle geniche, non cambiano la natura dell’informazione contenuta (mutazioni) quanto piuttosto la qualità dell’informazione e come questa viene temporalmente e spazialmente espressa.

Le prime modificazioni epigenetiche sono state scoperte molto tempo fa con l’individuazione di zone di DNA massivamente metilato e quindi inattivato rispetto alla trascrizione genica. A livello delle proteine istoniche lo stesso meccanismo di silenziamento e attivazione della trascrizione genica avviene tramite residui di acetile (istoni acetilati).

Questo meccanismo è costitutivo nelle cellule eucariotiche degli organismi superiori ed è alla base dei processi di differenziamento e di specializzazione cellulare. 

In modo meno evidente, ma con gli stessi meccanismi, anche i geni del metabolismo, nucleari e mitocondriali subiscono questo tipo di modificazioni in risposta agli stimoli esterni.Alla metilazione del DNA e all’Acetilazione degli istoni si sono aggiunti di recente anche altri tipi di modificazioni epigenetiche come le modifiche post trascrizionali dell’RNA (splicing) che genera piccoli RNA non codificanti che si è scoperto agire come veri e propri messaggeri tra le cellule, i Micro RNA.

La letteratura scientifica ha dimostrato che le modificazioni epigenetiche sono profondamente coinvolte nella patogenesi di diverse malattie umane. Prove recenti suggeriscono che anche le modificazioni epigenetiche del genoma mitocondriale potrebbero contribuire all’eziologia di diverse malattie umane.

In particolare, livelli alterati di metilazione e idrossimetilazione del DNA mitocondriale (mtDNA) sono stati ad esempio riscontrati nei tessuti umani di pazienti affetti da cancro, obesità, diabete, malattie cardiovascolari e neurodegenerative.

I Mitondri: non solo la respirazione cellulare

Come centrale energetica della cellula, l’impatto che il metabolismo mitocondriale può avere sulle funzionalità degli organi e quindi sullo sviluppo di patologie non dovrebbe sorprenderci.

Il mitocondrio, grazie alla respirazione, produce radicali liberi e specie reattive dell’ossigeno rappresentando la principale fonte di stress ossidativo cellulare.

In altre parole, se una cellula non funziona correttamente è altamente probabile che i suoi mitocondri non stiano funzionando correttamente.

Uno degli aspetti negativi è dato dal fatto che le modifiche epigenetiche tendono ad essere persistenti, creando un fenomeno definito come #memoriametabolica. 

La buona notizia è che molte di queste modifiche sono reversibili; abitudini alimentari corrette e una regolare attività fisica contribuiscono a normalizzare il comportamento cellulare e mitocondriale. 

La Dieta Epigenetica : una dieta mediterranea consapevole

La #dietamediterranea, che ad oggi resta la principale strategia di prevenzione contro le NCD ha delle potenzialità enormi nella prevenzione. Molti nutrienti presenti negli alimenti della dieta mediterranea agiscono come fattori protettivi a livello cellulare e mitocondriale. Queste molecole, spesso di derivazione vegetale, sono caratterizzate da attività antiossidanti e antinfiammatorie in grado di contrastare lo stress ossidativo e processi fisiologici alterati.

Studi di caratterizzazione a livello molecolare hanno permesso di comprendere che molte di queste sostanze riescono a influenzare l’espressione genica.

La diretta conseguenza di queste scoperte è che diventa possibile immaginare la dieta mediterranea come una “dieta epigenetica”. Quindi, un regime dietetico che può essere utilizzato terapeuticamente a fini sanitari o preventivi.

I progressi nella comprensione dei meccanismi della nutrigenomica, della nutrigenetica e dei nutraceutici hanno portato all’identificazione di supercibi in grado di condizionare positivamente l’espressione genica. Tra questi, molti sono presenti nei prodotti di #integrazionenutrizionale. Se formulati in maniera specifica, con ingredienti opportuni e sinergici, gli integratori rappresentano sostegno nei protocolli nutrizionali. Un integratore così formulato, alza l’assicella in favore del benessere dei pazienti. Questo è quello che troverai nei nostri prodotti.

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